Possedere un sito web che faccia conoscere la nostra attività ad un bacino di utenti potenzialmente vastissimo, oggi è un elemento importante e, in alcuni casi, determinante per incrementare l'utile di un'azienda.
Sicuramente per ottenere un buon successo, come in ogni ambito, è importante organizzare il lavoro con cura e dedizaione, ma, soprattuto, con molta professionalità.

E' una delle poche occasione, in cui forse affidarsi a dei professionisti del mestiere e pagare un po' di più rispetto ad un eventuale fai da te, può fare veramente la differenza.

Realizzare un bel sito internet, curato nei minimi particolari, privo di un buon posizionamento, senza il rispetto delle regole base per una predisposizione all'indicizzazione sui motori di ricerca, e senza un buon suppurto a livello di spazio, traffico utenti e velocità significa aver perso in partenza.

Un sito internet deve essere realizzato studiando tutti i suoi aspetti nel dettaglio, senza tralasciare nessun particolare, e affidandosi a persone competenti ed affidabili, che ci garantiscano una presenza in rete costante e sicura.

Sbagliando, ad esempio, la scelta del fornitore del server, condiviso o dedicato, potremmo riscontrare seri problemi di reperibilità del sito o di lentezza nel caricamento delle pagine con conseguente scadenza della connessione e demotivazione da parte dell'utente a visitare le nostre pagine.

Scegliere un buon provider significa aver fatto metà dell'opera, ma chiaramente è bene, poi, applicare la stessa cura in tutte le parti della realizzazione.
Un buon provider lo si riconosce dalle opinioni di chi condivide le sue esperienze negli appositi forum, e dalla velocità ed esaustività delle risposte ai nostri dubbi.
È ovvio che una volta accertata l'affidabilità dell'eventuale fornitore, questo deve essere in grado di fornirci soluzioni ottime per le nostre esigenze, ad un prezzo assolutamente appropriato, senza dimenticare che grandi offerte non garantiscono affidabilità e qualità del servizio.


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In Francia l’e-commerce è in forte crescita ormai da diversi anni. Uno sviluppo seguito molto attentamente dai truffatori di tutte le latitudini, che da sempre cercano di sfruttare il web per le proprie attività fraudolente, mostrando spesso un formidabile ingegno. In un tal contesto i sistemi di prevenzione e sicurezza devono essere tempestivi ed efficaci. Tuttavia, la Commissione Europea sta discutendo un provvedimento che rischia di rendere ancor più vulnerabile il mercato del commercio elettronico.

Le cifre con cui la Fevad (la Federazione francese dell’e-commerce) descrive questo business sono molto chiare: +19% di aumento di acquisti online nel 2012 e oltre 17 nuovi siti per la vendita al dettaglio in un mercato popolato da oltre 32 milioni di cyber acquirenti. Una piazza tanto grande che lascia però spazi altrettanto ampi per i truffatori: infatti, degli oltre 45 miliardi di euro che l’e-commerce ha generato nel 2012, più di 2 sono andati persi a causa di frodi.

La frode, purtroppo, non si limita al gesto di isolati criminali del web, ma negli anni è nata una vera e propria industria che sposta milioni di euro attraverso le truffe online: i governi, le banche, le società che gestiscono le carte di credito non possono non nascondere queste problematiche, consapevoli anche che le organizzazioni criminali sono spesso molto più rapide nell’ “aggiornare” e potenziare le proprie attività fraudolente. Per questo, il problema della sicurezza è quanto mai centrale: occorre che tutti gli attori coinvolti facciano la propria parte, rapidamente, e sappiano migliorare le attività di prevenzione, anche e soprattutto attraverso tecnologie più evolute. Da questo punto di vista le interchange fee sono fondamentali perché finanziano l’innovazione e permettono di bilanciare tali costi tra tutte le parti coinvolte. Ricordiamo che le IF vengono pagate dalla banca del commerciante alla banche del consumatore che compra un bene o servizio attraverso la moneta elettronica.

È importante che la Commissione Europea discuta una tematica tanto delicata, ma ancor più importante è capire a quale approdo porterà il dibattito. Su richiesta delle lobby dei commercianti, Michel Barnier, Commissario europeo per il mercato interno e i servizi, ha proposto la riduzione o addirittura l’azzeramento delle commissioni interbancarie. Purtroppo, un’ottima notizia per i truffatori… Infatti, venendo meno le risorse per finanziare l’innovazione e le tecnologie a protezione delle transazioni elettroniche, si offre paurosamente il fianco a quanti vogliano frodare i sistemi di pagamento.

Non solo. Che il provvedimento UE sia sfavorevole anche per i consumatori è presto dimostrato. Infatti, i costi delle carte di credito aumenteranno per permettere alle banche di compensare la mancanza delle IF, e a pagare sarà quindi il cittadino. Meno automatico capire l’autogol degli esercenti che se da una parte verranno sgravati dalle IF dall’altra parte subiranno l’aumento delle spese per le carte di credito tanto quanto i consumatori: l’aumento dei costi sarà un disincentivo al possesso delle carte, e quindi un calo delle transazioni e degli acquisti.

Le operazioni con moneta di plastica saranno meno sicure e più soggette a frodi. Pascal Paul, fondadore di Moovcard (carte prepagate per i taxi), non ha dubbi: “Come già successo in Spagna, un’eventuale abolizione delle IF causerà l’aumento del costo delle carte a carico esclusivamente dei consumatori. Disincentivando un pagamento sicuro, pratico ed efficace come quello elettronico”.

I commercianti dovrebbero pensarci due volte prima di protestare così vivacemente. Ma la cosa più importante è che l’e-commerce deve potenziare i propri sistemi di sicurezza: ne vale la solidità dell’intero business e la fiducia dei consumatori.
Per il terzo anno consecutivo Bonelli Erede Pappalardo riceve il premio “Transfer Pricing Firm of the Year” per l’Italia nell’ambito degli European Tax Awards dell’International Tax Review, sulla base di una classifica stilata da società operanti in 27 paesi. Non era mai successo che uno studio vincesse il premio per tre anni di seguito.

International Tax Review è una delle testate leader a livello internazionale dedicate al tema della International Tax Strategy. Come per i due anni precedenti, le motivazioni dell’assegnazione, che si basano su criteri di innovazione e complessità del lavoro svolto nell’ultimo anno, mettono in luce l’assoluta eccellenza della pratica di Transfer Pricing e del dipartimento di Diritto Tributario di Bonelli Erede Pappalardo nel panorama italiano.

“Questo importante premio e la continuità con cui ci viene assegnato – ha commentato il partner Stefano Simontacchi, responsabile del team di international tax e transfer pricing dello studio – è un riconoscimento agli sforzi compiuti per innovare l’approccio alla materia del nostro team, integrato con quello di Valdani Vicari e Associati. Il premio deve essere condiviso, oltre che con i nostri clienti, con l’Ufficio Ruling italiano, che rappresenta un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo”.

Stefano Simontacchi è anche Direttore del Transfer Pricing Research Center (TPRC) di Leiden, primo centro mondiale di ricerca sul Transfer Pricing, che rappresenta il punto di riferimento per i responsabili fiscali, amministrativi e della corporate governance delle multinazionali.

L’International Tax Review ha inoltre insignito Bonelli Erede Pappalardo del premio “European Tax Disputes Firm of the Year” come parte del Best Friends Tax network.
In Spagna il commissario Torrente, detective scorretto e maschilista, è una vera e propria icona del cinema e la risposta del pubblico ai botteghini, anno dopo anno, ne è continua conferma.

Conferma che conta, dal lontano 1998, quindici anni di successi per il detective Torrente, Il braccio idiota della legge, personaggio partorito dalla mente del regista madrileno Santiago Segura. E non è più un caso che lo stesso detective, figura imprevedibile, omofoba e razzista, tra un avventura ed un'altra, sia stato in grado di trascinare il pubblico iberico in una saga di ben 4 capitoli, tutti rigorosamente campioni d’incasso.

Il commissario Torrente rappresenta la cura, seppur discutibile, di un cinema spagnolo un po’ troppo in ombra, ma che ha saputo, negli ultimi anni, risalire la china e riaffermarsi. E anche se nelle forme di una commedia sexy e popolare, a volte grezza, a volte volgare, il detective Torrente è sbarcato a maggio nelle sale italiane per confrontarsi con la critica nostrana. Che il pubblico italiano sappia o meno apprezzare l’irriverente comicità spagnola lo sapremo tra qualche settimana quando il box office nazionale decreterà vinti e vincitori. Ma intanto che i dubbiosi si convincono della qualità della saga ideata da Segura, il commissario Torrente apre a tutti le porte della sua terra spagnola.

Tutti in Spagna con Torrente, infatti, è il concorso a premi che fino al prossimo 12 maggio mette in palio due viaggi gratis per la Spagna. Il concorso è totalmente gratuito e per prendere parte bisogna rispondere correttamente ad un quesito sul trailer del film Il Commissario Torrente – Il braccio idiota della legge. Tra tutti coloro che sapranno rispondere alla domanda in modo corretto verranno estratti due fortunati vincitori che si aggiudicheranno ciascuno un cofanetto SmartBox per un viaggio gratis in Spagna.
A Bruxelles si discute una proposta per una nuova regolamentazione sui pagamenti elettronici, ma tagliare le interchange fee può diventare un’arma a doppio taglio, soprattutto per i consumatori come insegna il caso spagnolo. Entro l’estate le decisioni della Commissione Europea.

Novità in vista sul fronte dei pagamenti attraverso le carte di credito. La Commissione Europea sta infatti valutando possibili provvedimenti per rendere più trasparente l’uso delle carte, disincentivare l’uso del contante e limitare la black economy aumentando la tracciabilità dei pagamenti. Intenzioni, queste, già sottolineate lo scorso anno nel Libro Verde sul mercato dei pagamenti elettronici pubblicato dalla Commissione e tornate di stretta attualità in questi giorni.

Una bella notizia in un Paese in cui un terzo dell’economia risulta sommersa. Dagli ultimi dati Eurispes infatti in Italia la black economy vale tra i 529 e i 540 miliardi di euro, più di un terzo del Pil ufficiale. Per il 2011 il volume stimato del sommerso è di 540 miliardi, pari a circa il 35% del Prodotto interno lordo italiano. Non a caso colpisce il dato secondo cui metà degli italiani dichiara meno di 15 mila euro e solo lo 0,9% ha dichiarato più di 100mila euro. Quanta evasione ed economia sommersa si nasconde dietro questi dati?

Sicuramente i sistemi di pagamento elettronico che tracciano “il giro dei soldi” è di enorme aiuto per combattere questi fenomeni che tolgono ossigeno alla macchina statale e mettono in svantaggio chi segue le leggi pagando tributi e tasse come tutti dovrebbero fare.

Fa quindi discutere il fatto che entro l’estate il Parlamento Europeo dovrebbe disporre il taglio delle commissioni interbancarie (interchange fee) che accompagnano ogni acquisto attraverso una carta di pagamento. Commissioni che, è bene ricordarlo, in Italia vengono pagate dagli esercenti, mentre il consumatore ha dei costi solo come possessore della carta di pagamento.
L’idea di Bruxelles è di sgravare i commercianti dai costi sulle transazioni auspicando parallelamente benefici anche per i consumatori, attraverso la riduzione dei prezzi di merci e servizi.
Attenzione però, perché il passaggio potrebbe non essere così immediato e lo studio dell'Università Rey Juan Carlos di Madrid lo testimonia, raccontando nei numeri quello che è successo in Spagna, dove le commissioni sono state ridotte per legge di oltre il 57% tra il 2006 e il 2010.

Nel Paese iberico si è infatti registrato un netto calo dei costi per gli esercenti per circa 2,3 miliardi ma contemporaneamente anche l’aumento per i consumatori del 50% con un carico aggiuntivo di 2,35 miliardi per usare le proprie carte. In altre parole il costo che prima era suddiviso tra commercianti e utenti è ricaduto in toto su questi ultimi che hanno visto salire quelli de servizi finanziari. Le società che gestiscono i sistemi di pagamento hanno di fatto girato le spese sugli utenti attraverso l’aumento dei canoni per le carte. Inoltre, non ci sono evidenze che i risparmi dei commercianti siano stati trasferiti ai consumatori sotto forma di riduzione dei prezzi per le merci e i servizi. Anzi si ha avuto evidenza del massiccio ritorno all’utilizzo del contante limitando così i benefici della lotta al cash e agli incentivi per l’utilizzo della moneta elettronica tanto care al fisco di ogni moderno paese.

Questo ha disincentivano anche gli investimenti in innovazione per i pagamenti elettronici tanto utili ad esempio per il così detto commercio elettronico generato da internet che cresce con tassi a doppia cifra ed è una realtà oramai imprescindibile nel panorama degli acquisti degli italiani come degli spagnoli.
Lo scorso 28 febbraio la fortuna ha fatto visita a Costa di Mezzate, piccolo comune di poco più di 3000 abitanti nella provincia di Bergamo. Una giocata di soli 2€ al Superenalotto Superstar, l’ultimo gioco milionario promosso da Sisal, ha regalato ad una Supervincitrice la somma di ben 500.000€.

Supervincitrice come il nome della promo Supervincitore, iniziativa che per 8 settimane, 3 volte a settimana, assegnerà ad ogni estrazione un premio istantaneo da 500.000 euro, per 12 milioni di euro in totale. Iniziata il 21 febbraio scorso, l’iniziativa durerà fino al prossimo 16 aprile: 24 concorsi in totale durante i quali per ogni giocata al SuperEnalotto con opzione Superstar, si riceve sul tagliando di gioco un codice che permette di partecipare all’estrazione del premio milionario.

E per questa volta la dea bendata ha visto giusto: 55 anni, operaia, sposata e madre di 2 figli, un marito in cerca di occupazione, ecco l’identikit della fortuna vincitrice del superpremio che si è presentata agli uffici Sisal per comunicare la sua vincita. Una giocata modesta di 2€, così come nel suo stile di vita, una giocata abituale, sempre gli stessi numeri, i “suoi” numeri, quelli legati a momenti importanti della vita, quelli che le danno la forza di credere nella fortuna e in un futuro migliore, ecco la ricetta vincente. La donna ha confidato che con la vincita pagherà alcuni debiti e soprattutto aiuterà tutte quelle persone che, nel momento del bisogno e giorno dopo giorno, hanno aiutato lei e tutta la sua famiglia.

Come è giusto che sia, Sisal ha mantenuto il riserbo sul nome della fortuna giocatrice di Costa di Mezzate, e d’altronde il paese si sa, è piccolo, e la gente mormora.
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